Quando si ama la natura non c’è cosa più bella di osservare ed ascoltare il mare in tempesta. Le onde che spinte dal vento si infrangono sugli scogli, la salsedine che si “incolla” sulla pelle, le goccioline d’acqua che ti bagnano il viso. Per un paesaggista è veramente qualcosa di fantastico
Scattare fotografie tra le onde del mare
ma non è tanto semplice come potrebbe sembrare. Un po’ di tecnica e qualche conoscenza base di fotografia paesaggistica servono per ottenere un risultato soddisfacente o, per lo meno, per tornare a casa col sorriso, convinto di aver fatto qualche scatto buono.
Importante è capire che tipo di fotografia vogliamo ottenere. Vogliamo fermare le onde del mare oppure catturare il movimento delle onde? Nel primo caso useremo tempi velocissimi mentre nel secondo opteremo per una lunga esposizione. Scattare con tempi rapidi in pieno giorno non è certo un problema ma fare una lunga esposizione sotto il sole non è altrettanto facile e dovremmo utilizzare un filtro per eliminare la luce in eccesso.
Una cosa da non sottovalutare è la scelta del tempo. Bisogna imparare a leggere la velocità delle onde per applicare il tempo esatto da impostare e ottenere il risultato desiderato.
In questa fotografica ho fatto entrambe le cose. Ho usato sia tempi rapidi che lunghe esposizioni e poi ho unito tutti gli scatti scegliendo per ogni fotografia la parte che ho ritenuto già interessante.
Più nello specifico, ho messo la macchina sul cavalletto e, utilizzando lo scatto remoto ho effettuato 5 scatti con tempi differenti (da velocissimi a lenti) ottenendo così parti perfettamente immobili e parti mosse.
Una fotografia che ho scattato durante il workshop fotografico di fotografia paesaggistica organizzato quest’anno col mio club, ho fatto qualche foto di esempio per i corsisti e poi, tornato a casa, ho pensato bene di post-produrle.
Fortunatamente il sole non era molto forte e le nuvole hanno aiutato a diffondere la luce quindi, diciamo che non ho avuto bisogno di utilizzare alcun filtro. Una giornata molto bella in cui ho “insegnato” ai corsisti qualcosa che va oltre la semplice teoria e pratica, ovvero non aver paura di sporcarsi per ottenere lo scatto desiderato, infatti, neanche a dirlo, alla fine della giornata ero tutto bagnato (fortunatamente sono sempre riuscito a salvare l’attrezzatura).
Giuseppe Tripodi
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